Cosa fare in un caldo e soleggiato sabato di giugno, se non un bel corso di panificazione all'aria aperta?

Detto, o meglio letto, fatto.
Mi limito a trascrivere le indicazioni che ci sono state date per la gestione della biga, la preparazione del pane e la cottura. Così se dovessi perdere il foglietto di carta non sono perduta io.
Il (terzo) lievito madre che ho adottato è una pallina grande quanto una noce, che riposa in frigo da 3 (prima non è pronta, a meno che non si tenga fuori dal frigo) a 7 giorni, in un barattolo con il coperchio appoggiato e non chiuso. Serve per fare una pagnotta da 1 kg, con le dosi e la procedura che riporto qui.
Biga:
Si prende tutta la pallina di pasta madre e la si scioglie/impasta in ciotola con 200 gr di farina e circa 200-250 gr di acqua, fino ad ottenere una pastella che riposerà 8-12 ore coperta da un canovaccio (o da pellicola bucherellata).
Il pane:
Dopo la lievitazione, alla biga si aggiungono 400 gr di farina (io ho usato 300 di 0 e 100 di integrale). Si possono mischiare farine diverse, purché almeno la metà siano di farina a buon contenuto glutinico.
Aggiungere a poco a poco dell'acqua, circa 250 gr o comunque fino a ottenere un impasto morbido, compatto ed elastico, dalla consistenza simile... a una tetta, insomma.
Al mio impasto ho aggiunto l'acqua poco a poco, quindi ammorbidendolo mano a mano fino a che non è diventato leggermente appiccicoso: a quel punto l'ho spolverato con la farina e gli ho dato la forma di panetto: è a quel punto che ho notato la consistenza simil-tetta.
Da questo panetto si estrae una noce di impasto per conservarla nel barattolo come lievito madre.
Poi si aggiungono altri ingredienti a piacere: io ho aggiunto un cucchiaione di miele per aiutare la lievitazione, 2-3 cucchiai di olio e 1 pizzicottone di sale .Ma è in questa fase che si può aggiungere di tutto di più: noci, semi, olive, cipolle, formaggio, pomodori secchi, uvetta, cannella, etc. etc.
Dopo aver ben incorporato gli ultimi ingredienti e dato la forma al panetto lo si lascia lievitare 3-6 ore in un contenitore rivestito di carta forno.
Cottura (forno a gas)
Va scaldato il forno al massimo, mettendo sul fondo un recipiente con dell'acqua e lasciando dentro la teglia sulla quale verrà cotto il pane.
Ho cotto il pane, sulla carta forno, a metà altezza per 10 minuti, ho poi abbassato la fiamma a 220° (ma le prox volte è meglio non scendere sotto i 230°) e ho fatto cuocere per altri 30 minuti (ruotandolo a metà cottura).
Per gli ultimi 15 minuti di cottura l'ho spostato sul ripiano in alto (ma può rimanerci anche 20-25 minuti). E forse si può anche togliere il recipiente con l'acqua dal fondo del forno...
A fine cottura si lascia intiepidire il pane nel forno socchiuso per una mezz'oretta, spostandolo però su una griglia.
Quando è freddo si conserva in un canovaccio.
Altre versioni successive: con cipollotti freschi (3-4) oppure con pecorino semi-stagionato grattuggiato e a cubetti (150 gr) e pistacchi tritati (50 gr).
Update | 07 ottobre 2013:
Al panetto, prima della lievitazione, ho fatto le pieghe del secondo tipo, come spiegato qui.
E per evitare di avere il fondo bruciato e il resto della crosta bianca, ho trovato la soluzione: cottura nella pentola di coccio, con coperchio, a metà forno. Forno al massimo e coccio con coperchio dentro a scaldarsi, poi sistemare il pane nel coccio con la carta forno, chiudere e cuocere 25-30 minuti a 230°, livello medio. Poi togliere il coperchio e cuocere per altri 20-25 minuti. Se rimane troppo chiaro, gli ultimi 5 minuti si può far proseguire la cottura fuori dal coccio.
Ecco il risultato con farina buratto (mi sembra) e rosmarino tritato:
Dopo aver preparato la biga mi sono accorta di non avere più farina 0, quindi è partito l'esperimento: 100 gr di semola e 300 di farro integrale, con l'aggiunta di qualche noce. Tempi di lievitazione normali, poi cotto in forno per 40-45 minuti circa, a 230° nello stampo da plumcake scaldato precedentemente e senza copertura... perché non smetteva di crescere.
Beh, buonissimo ;)